Il cuore segreto delle Marche: Le grotte di Frasassi
Ammetto di aver fatto passare tanti anni prima di
decidere di andare a visitare le grotte di Frasassi, ma una volta arrivata lì
lo stupore è stato tanto. Ma è bene partire dal principio. Le grotte di Frasassi
sono il cuore sotterraneo della riserva naturale della Gola della Rossa e di
Frasassi. Tutti conoscono le grotte, ma solo arrivati lì si
scopre che lo scenario naturalistico in cui si trovano immerse lascia
stupefatti. Circa 190 milioni di anni fa numerosi corsi d’acqua si
fecero strada tra gli Appennini per raggiungere il mare Adriatico. Questo
processo erosivo, che ha modellato per migliaia di anni questi luoghi, proseguì
fino a che le acque, ritirandosi, lasciarono queste gole profonde e dirupi
rocciosi, dando origine anche alle bellissime grotte. Una bellissima curiosità che riguarda proprio la gola
di Frasassi è la presenza dell’unica coppia, in tutto il parco, di aquila reale nidificante sui costoni di
roccia che si affacciano sul torrente Sertino.
Alla scoperta della grotta
Osservare col naso all’insù questi luoghi incantevoli
non basta; qui le belle sorprese si nascondono anche sotto i piedi, a decine di metri di profondità. È ora di cominciare il giro: una grande porta si apre
e vieni accolta dentro una grotta buia e umida, ma è solo questione di qualche
metro e la prospettiva cambia completamente. La sensazione che ho provato per tutto il tempo
trascorso nella grotta è quella di trovarmi al centro di un’immensa esposizione
di porcellane. Sì, porcellane: il colore predominante è il bianco, solo le luci
artificiali che illuminano le diverse aree della grotta danno colore, ma la
natura ha creato delle immense e spettacolari opere di porcellana bianca.
L’incredibile storia della loro scoperta
Prima di procedere, però, è necessario ascoltare
l’incredibile storia della scoperta delle grotte: essa stessa sembra una
favola. Bisogna immaginarsi un gruppo di ragazzi giovanissimi,
tra i 16 e i 25 anni, amici appassionati del mondo sotterraneo che durante uno
dei loro giri di perlustrazione si imbattono in qualcosa di grandioso. Ѐ così che comincia la storia della scoperta delle
grotte di Frasassi.
Nel 1971 il gruppo speleologico di Ancona, durante una
delle loro avventure sotterranee, si ritrovò davanti ad una piccola apertura
sul terreno dal quale fuoriusciva una grande quantità di aria. La cosa li
insospettì e decisero di iniziare a lavorare per allargare il buco: ancora oggi
il buco è presente ed è una delle curiosità più interessanti della grande sala. Dopo più di un mese di duro lavoro, uno di loro decise
di lanciare un sasso per capire la profondità: il responso li lasciò davvero
sorpresi. Ci volle qualche istante più del normale prima di sentire il sasso
colpire terra. Avevano scoperto qualcosa ma ancora non sapevano bene cosa. La loro immensa curiosità li spinse a proseguire. Preparata tutta l’attrezzatura adeguata, il 10 ottobre 1971, Maurizio Bolognini
e il suo amico d’avventura Fabio Sturba cominciarono a scendere. Posso solo immaginare il loro stupore e la grande
meraviglia quando, per la prima volta, toccarono terra e videro la grotta.
Avevano appena scoperto una delle grotte più grandi e
antiche d’Europa e, ovviamente una delle più belle al mondo.
A passeggio nel cuore della Terra
Le grotte sono una serie
di sale e gallerie che si susseguono in un percorso lungo ben tredici
chilometri. Esistono due tipologie di percorso da scegliere: uno avventuroso e
uno più tradizionale. Io ho optato per il percorso tradizionale che, non sarà
super avventuroso, ma è comunque meraviglioso. La prima sala che si incontra è
quella soprannominata Abisso di Ancona che, tra l’altro, è la prima grotta
scoperta dal gruppo speleologico nel 1971. Questa sala è talmente
grande che si dice possa contenere l’intero edificio del duomo di Milano: non
faccio fatica a crederci: è qualcosa di imponente. Qui si incontra una delle
opere artistiche più imponenti create dalla natura: è stata battezzata
“Niagara” perché si presenta come un’immensa colata di calcite bianchissima che
ricorda molto una grande cascata. Il percorso prosegue fino
a giungere alla sala del Grand Canyon dove si trovano le cosiddette canne
d’organo: sono tante stalattiti, tutte vicine tra loro, che ricordano le canne
di un organo; la cosa incredibile di queste stalattiti è che, toccandole
delicatamente, emettono suoni diversi. La cosa che più di tutto
mi è piaciuta è la costante sensazione di trovarsi al centro di una collezione
di pregiate porcellane. La natura per migliaia di anni ha usato l’acqua per
creare vere opere d’arte: stalattiti e stalagmiti che in circa 190 mila anni hanno dato forma a queste grotte
delineando il loro profilo.
Aquila reale
L’aquila reale è uno degli
uccelli più maestosi e fieri del mondo animale. Tra gli uccelli è il più grande
predatore. È un animale davvero imponente
con i suoi oltre due metri di apertura alare e i quattro chili di peso. È
considerato uno degli uccelli più forti e veloci: è in grado, infatti, di
raggiungere i 200 km/h di velocità, in picchiata, per poter afferrare la preda
individuata. Ѐ interessante il fatto che questo
grande predatore dei cieli è un animale monogamo e forma una coppia che vive
insieme tutto l’anno. Il nido viene posto sulla cima di massi rocciosi fino a
cento metri di altezza.
All’interno del nido, la
femmina depone due uova che accudisce
per circa quaranta giorni. Una volta nati, i pulcini vengono curati da entrambi i genitori. Dopo
circa dieci settimane i pulcini sono pronti a spiccare il primo volo e a quel
punto lasceranno il nido dei genitori dopo circa due mesi dalla nascita.
Stalattiti e stalagmiti
Le stalattiti e le stalagmiti
sono delle formazioni calcaree che si trovano nelle grotte. Le stalagmiti sono delle
formazioni calcaree che si formano a partire dal pavimento della grotta a causa
delle gocce d’acqua che cadono dall’alto. I minerali presenti nell’acqua
si depositano sul pavimento e, piano piano, si formano degli strati. Le stalattiti, invece, sono
strutture che pendono dal soffitto.
Si formano anch’esse per
sedimentazione di Sali minerali presenti nell’acqua. Entrambe le formazioni
calcaree, stalattiti e stalagmiti, impiegano migliaia di anni per formarsi e,
alle volte, si uniscono e formano delle e vere e proprie colonne calcaree.
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