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L’ecosistema lagunare più grande d’Europa  

Nuovo giorno, nuova meta. 
È ora di lasciare Chioggia e proseguire verso nord per andare a scoprire la laguna veneta. 
L’intero pianeta conosce, ci invidia e farebbe di tutto per vedere Venezia, eppure se provassimo ad indagare meglio scopriremmo che molti non sanno che Venezia fa parte di uno degli ecosistemi lagunari più estesi d’Europa e più importanti sul piano ecologico. Venezia l’avevo già vista da piccola: è vero, è sempre bello andare a vederla ma, vista la grande confusione che regna in questa città, la mia curiosità almeno per questa volta si è concentrata sulla sua laguna e sui suoi gioielli naturalistici e non solo. 
Sono arrivata a Venezia in treno: secondo me è il sistema più comodo ed economico (oltre che ecologico) per raggiungere questa città. 
Per raggiungere il molo dove si trovano ormeggiate le imbarcazioni che organizzano i giri in laguna ho dovuto attraversare tutta la città di Venezia e, in questo modo, ho avuto l’occasione di rivederla: nonostante il caos, è sempre bella e affascinante.

L’altra laguna veneta   

Navigare attraverso la laguna veneta significa andare alla scoperta delle sue piccole isole che racchiudono al suo interno, come fossero scrigni, bellezze architettoniche e naturalistiche. 
La laguna veneta si divide in laguna superiore, media e inferiore.
I suoi confini cambiano continuamente a causa delle maree che possono scoprire intere aree dando vita anche a vere e proprie isole, a volte molto effimere, che durano solo il tempo della marea, altre volte perdurano nel tempo. 
Molte di queste isole, nel corso della storia, sono state colonizzate dagli abitanti della zona che le hanno trasformate in città e borghi galleggianti. 
Tra queste le più note sono Chioggia, Burano e Murano ma tantissime sono le altre isole abitate dall’uomo fin dai tempi più antichi.

Burano   

Per molti andare a Burano significa andare a vedere il borgo dalle case colorate e andare a conoscere l’antica tradizione del merletto che da generazioni si tramanda di madre in figlia tra le donne dell’isola di Burano. 
Per me andare a Burano ha significato proseguire un viaggio alla scoperta delle tradizioni marinare, in questo luogo un po' diverso dal solito.
Un percorso suggestivo, fatto senza fretta, per conoscere la tradizionale pesca lagunare. 
Burano è una piccola isola di pescatori nota per le sue case coloratissime. 
È una vera esplosione di colori che, anche durante una giornata piovosa, mette di buon umore. 
È davvero piacevole concedersi una giornata a passeggio tra vicoli e canali circondata da muri colorati. 
La tradizione di colorare con colori brillanti le case dei pescatori è molto antica e soprattutto si ritrova in tutti i borghi marinari d’Italia. Secondo la tradizione, infatti, queste case sono molto colorate per essere viste dai pescatori che, tornando dal mare, dovevano poter distinguere la propria casa anche in giornate di pioggia o con la nebbia. 
Proprio per questo i pescatori coloravano le proprie case, ognuno con un colore diverso; a Burano, però, hanno fatto le cose davvero in grande: i colori scelti sono davvero brillanti e sembrano voler illuminare questo splendido borgo.

Isola di pescatori 

Isola di pescatori nel tempo si è reinventata come meta turistica anche se lo spirito dei suoi abitanti e dei suoi pescatori è rimasto immutato. 
Questi uomini, ancora oggi, praticano forme di pesca tradizionale pur rispettando rigorosamente questi luoghi davvero preziosi dal punto di vista naturalistico. 
La laguna si presenta come una grande distesa di valli ideali per la pesca, poco profonde e costituite da acqua salmastra. 
Queste grandi valli, in parte di origine naturale ed in parte create dall’uomo, arginando le zone più basse, hanno trasformato queste zone in aree ideali per la pesca all’ anguilla
La pesca all’anguilla, che ancora oggi viene praticata in queste valli, utilizza sistemi tradizionali come i bertovelli (trappole da pesca di forma tubolare) oppure reti da posta fisse chiamate “tressi”.

Anguilla    

L’anguilla è un pesce dalla forma allungata: ha la forma di un serpente. Ha la testa lunga e una bocca piena di piccoli denti. 
Le femmine possono raggiungere una lunghezza massima di 1,5 metri e vengono chiamate capitoni. 
I maschi, invece, sono più piccoli e possono essere lunghi al massimo mezzo metro. 
Le anguille sono pesci straordinari perché riescono a fare due cose davvero incredibili:
-Possono vivere sia in acqua dolce che in acqua salata (questi pesci si chiamano catadromi)
-Per riprodursi compiono migrazioni di migliaia di chilometri Le anguille adulte in autunno cominciano un lungo viaggio (lungo fino a quattro mila chilometri) che le porterà nel mare dei Sargassi (area di riproduzione nell’oceano Atlantico) dove si accoppieranno a circa cinquecento metri di profondità. 
Una volta deposte le uova sembrerebbe che gli adulti muoiano. 
Le uova deposte, tra maggio e luglio, iniziano a risalire in superficie e a schiudersi dando vita alle larve di anguilla che hanno una forma ed un colore totalmente diverso dagli adulti: si chiamano leptocefali e sono organismi planctonici che trascorreranno parte della loro vita (man mano che crescono) galleggiando inerti in superficie. 
Dopo circa tre anni iniziano a raggiungere le coste europee e cominciano la loro metamorfosi. 
A questo punto comincia la loro lunga risalita lungo i fiumi. 
Ci vorranno altri due anni per raggiungere la taglia adulta. 
A questo punto, all’età di circa dodici anni, le nuove anguille saranno pronte a riprendere il lungo viaggio fatto anche dai loro genitori per tornare nel mare dei Sargassi e riprodursi.

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