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Chioggia non è la piccola Venezia; è Venezia che è la grande Chioggia

Questa frase, pronunciata dal comandante della barca che avevo deciso di prendere per fare il giro della laguna intorno a Chioggia, mi è rimasta impressa e ancora oggi mi chiedo: avrà ragione? 
Chioggia è una cittadina che si trova all’estremo sud della laguna veneta ed è davvero un piccolo gioiellino. 
Sinceramente passeggiare tra le sue vie è stata una continua sorpresa.   
Trascorrere una giornata a Chioggia significa passeggiare tra i suoi canali e i suoi piccoli ponticelli andando alla scoperta degli angoli più nascosti Io non ho seguito un percorso ben preciso, anzi, mi sono affidata più alla curiosità e ho preferito andare “a zonzo” senza una meta ben precisa.

Gironzolando qua e là alla scoperta delle antiche tradizioni marinare di Chioggia

 Da qualche anno mi sono appassionata al mondo della pesca, non quella con la canna da pesca, ma quella con la “p” maiuscola; il mondo della pesca è un mondo davvero affascinante, fatto di uomini e spesso anche donne che hanno una passione viscerale per il mare e che con il loro durissimo lavoro portano avanti una tradizione millenaria. 
Solo quando sono giunta a Chioggia e ho visto il suo porto mi sono resa conto dell’importanza che ha questo antico mestiere per questa città e per la sua gente. 
Ho scoperto che il porto di Chioggia (chiamato anche bocca di porto di Chioggia) è uno dei porti più grandi d’Italia, non tanto per estensione, quanto per numero di pescherecci attivi: una vera flotta. 
Passeggiando tra le calli e i ponti si raggiunge facilmente il porto. 
Alcune delle grandi imbarcazioni ormeggiate sono adibite alla pesca delle vongole, una delle forme di pesca più importanti per tutto l’Adriatico settentrionale; altre imbarcazioni, più piccole, sono quelle che si occupano della piccola pesca. 
Continuando la passeggiata lungo le calli della zona del porto, mi imbatto in uno dei luoghi più affascinanti di Chioggia: il mercato del pesce. 
Non c’è città di mare che non abbia il suo mercato del pesce e, ogni volta, è una scoperta. 
L’antico e variopinto mercato del pesce di Chioggia è costituito da circa una trentina di pescivendoli che, qui, vengono soprannominati mògnoli. 
Ogni giorno girando tra le sue bancarelle si può vedere tanto buon pesce fresco, pescato direttamente dai pescatori di Chioggia che ogni mattina alle quattro, al ritorno dal mare, mettono in vendita il loro pescato. 
Prima di arrivare sulle bancarelle del mercato cittadino, però, il pesce deve fare un’altra tappa: il grande mercato ittico all’ingrosso; qui il pesce viene messo all’asta per essere venduto al miglior offerente. 
A quel punto il pescato del giorno è pronto a far bella presenza di sé tra le tante bancarelle dell’antico mercato di Chioggia.

Sussurri, sguardi e soprannomi: l’antica arte dell’asta all’orecchio di Chioggia

Conosco altre realtà nel mondo dei mercati ittici all’ingrosso, in Italia, ma quando mi hanno raccontato questa storia sono rimasta davvero affascinata e anche divertita, più che altro perché mi immagino le facce delle persone coinvolte in questo antico rituale. 
Una delle cose più affascinanti del mercato ittico di Chioggia è l’asta all’orecchio. 
Un vero e proprio rituale che va avanti da generazioni. 
Ma di cosa si tratta? Da una parte ci sono i compratori, dall’altra l’astatore: l’oggetto del contendere ovviamente è il pescato del giorno. 
Una vera​ e propria partita a due fatta di sguardi e sussurri. 
Ogni compratore, infatti, comincia col proporre la propria offerta all’orecchio dell’astatore. 
A quel punto l’astatore memorizza tutte le offerte ricevute e, una volta individuata l’offerta migliore, pronuncia ad alta voce il nome del compratore che ha fatto l’offerta migliore chiedendo di ripetere ad alta voce il prezzo proposto. Immagino le “dispute” ogni mattina.

In navigazione lungo le vie d’acqua        

 Navigando lungo le vie d’acqua di Chioggia ho avuto la possibilità di vedere da vicino le bellissime barche che fanno bella mostra di sé ormeggiate lungo i canali della città. 
Si possono vedere sia quelle che, ancora oggi, vengono usate per la pesca in laguna sia quelle esposte come vere e proprie opere d’arte galleggianti lungo i canali del porto. 
Il bragozzo è sicuramente l’imbarcazione che più di tutte attira la mia attenzione. 
Bello e colorato, il bragozzo è l’imbarcazione da pesca più rappresentativa dell’antica tradizione marinara dell’alto Adriatico. 
Veniva usata, soprattutto perché era meno costosa e più redditizia rispetto ad altre barche, nella pesca d’altura. 
La tipica forma dello scafo senza chiglia l’ha resa l’imbarcazione ideale in laguna, lungo la costa, o nei canali. 
Successivamente, grazie alla sua forma molto stabile anche durante le forti mareggiate, il suo impiego fu ampliato anche alla pesca a strascico in acque aperte. 
L’assenza di una chiglia permetteva al bragozzo di essere utilizzata anche sotto costa, dove il fondale sabbioso è poco profondo. 
Tuttavia, le imbarcazioni che mi hanno incuriosito di più sono quelle più piccole e decisamente basse, che possono passare anche sotto il ponte più basso e piccolo: a Chioggia sono tante. 
Il Topo, strano nome questo, è una tipica imbarcazione nata agli inizi del novecento   che, ad oggi, è rimasta in uso, seppur con alcune variazioni, perché molto adatta per il trasporto delle merci lungo gli stretti canali di Chioggia. 
Queste imbarcazioni in passato venivano usate per il trasporto del pesce dai bragozzi all’interno dei canali, perché i bragozzi erano imbarcazioni troppo grandi per passare agevolmente tra i canali chioggiotti.

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