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Riserva naturale monte San Vicino

Di questo luogo ho un bel ricordo: qui ho fatto un trekking guidato da un caro amico, brava guida ambientale che ci ha raccontato e mostrato la bellezza di questo angolo delle Marche.

Elcito

Il cammino ha inizio ad Elcito, piccolo borgo incastonato tra le montagne nella zona di San Severino Marche. 
Un gruppetto di antiche case in roccia, perfettamente ristrutturate e recuperate rispettando le caratteristiche architettoniche originali, e una chiesetta arroccate su un colle roccioso circondato da montagne e boschi bellissimi: è così che fa bella mostra di sé, il borgo di Elcito. 
Il suo nome deriva da elce, leccio, albero che era molto comune nei boschi che circondavano, in epoche molto lontane, questo borgo. Sembra un borgo fermo nel tempo: qui si dice ci vivano solo cinque persone, testimoni viventi di un luogo, nascosto ad occhi indiscreti, che in passato ha vissuto per secoli di pastorizia e agricoltura e che oggi è uno dei luoghi più belli delle Marche.

La faggeta incantata di Canfaito  

 Il cammino prosegue e dopo poco ci si ritrova immersi in un luogo davvero incantevole, una vera e propria foresta: la faggeta del monte Cainfaito. 
Il luogo ideale per cercare pace e relax, all’ombra dei suoi grandi faggi secolari, in qualunque stagione. Io ho scelto l’autunno che, nonostante io non sia una grande fan di questa stagione e tanto meno della famosa stagione del foliage, si rivela la stagione più bella per passeggiare tra questi bellissimi faggi che catturano l’attenzione grazie ai loro bellissimi colori che vanno dal giallo al rosso fuoco. 
La più grande esperienza che si può vivere passeggiando tra gli alberi di questa grande faggeta è sicuramente l’incontro con il grande saggio: è l’albero più grande che ci sia in tutte le Marche. 
È un faggio con un diametro di quattro metri, alto ben otto metri: è il re di tutti gli alberi di questa bella foresta che sembra incantata. Un sentiero che si svela poco alla volta, ad ogni passo, senza mai deludere; un luogo dalla bellezza incredibile che sembra voler nascondere anche gli eventi più tragici di questa terra e non solo. Credo che non esista luogo, soprattutto tra Marche e Romagna che abbia da raccontare davvero molto: i boschi e le montagne sono, oggi, il luogo ideale per bellissime passeggiate naturalistiche ma ci fu un tempo, non tanto lontano, che questi boschi e queste montagne furono teatro di furiose battaglie.

Da terra di grandi battaglie a luoghi di infinita bellezza   

Le   montagne del centro Italia, a volte, ti invitano a fermarti in quei luoghi che oggi sono meta di belle passeggiate e grande relax ma che un tempo sono stati teatro di grandi battaglie. 
Tra le montagne della Riserva del Monte San Vicino ci sono state importanti battaglie nel corso della seconda guerra mondiale. 
Non bisogna dimenticare, infatti, che tutti i boschi e le montagne degli Appennini centrali sono stati scelti come il luogo ideale per portare avanti una delle azioni militari più importanti di tutta la seconda guerra mondiale: da qui passava, infatti, la famosa linea gotica In particolare, qui, nascoste tra i boschi intorno al Monte San Vicino, si trovavano numerose formazioni partigiane che parteciparono alla grande battaglia di Roti-Valdiola-Chigiano avvenuta il 25 marzo 1944 contro i nazi-fascisti.

La via dei murales: Braccano    

Ed ecco giunta a Braccano. 
Fino a quel momento avevo sempre sentito parlare di questo piccolo borgo, famoso per i suoi numerosi murales sui muri delle sue case, ma vederlo di persona è tutta un’altra cosa. 
La crisi agricola negli ultimi decenni aveva provocato un inevitabile spopolamento di questi luoghi. 
Ad un certo punto, nel 2001, Braccano ha deciso di tornare alla ribalta con un’iniziativa davvero brillante: chiamare artisti provenienti dalle migliori Accademie del mondo per realizzare dei murales. 
Da qui inizia la rinascita di Braccano: un borgo colorato e divertente da visitare, divenuto famoso come il borgo dei murales. 
Appena entrati a Braccano, è divertente gironzolare tra i suoi vicoli per cercare gli oltre 50 murales: una sorta di caccia al tesoro. Ad ogni angolo, su ogni muro, una piccola grande opera d’arte aspetta solo di essere scovata. 
Ce ne sono davvero tanti: alcuni più semplici, altri davvero spettacolari e che lasciano a bocca aperta non solo per la bellezza del disegno ma anche per la fantasia con cui sono stati pensati e creati. 
I cartelli indicano i percorsi da fare per scovarli tra le viuzze, sulle facciate delle case, sulle porte e tra le finestre. 
Un museo d’arte moderna a cielo aperto le cui opere vanno scovate.

Foliage

Partiamo dalla parola: la sua etimologia deriva dal francese e significa “fogliame”. 
Il fenomeno turistico che si sta sviluppando sempre di più intorno a questo fenomeno naturale, che si ripete da milioni di anni, indica il periodo durante il quale le foglie degli alberi cambiano colore passando dal verde al giallo e, poi, dall’arancione al rosso. 
Ma perché le foglie cambiano colore? Cosa accade all’interno di una foglia? 
Ogni anno, in primavera, quando la natura si risveglia, le foglie iniziano a ricoprire nuovamente gli alberi e assumono il tipico colore verde garantito dalla presenza, nelle loro cellule, di una sostanza chiamata clorofilla. 
All’interno della foglia, però, esistono anche altre sostanze chiamate carotenoidi e antociani che, durante la primavera e l’estate, vengono nascosti dal verde della clorofilla (è la sostanza chimica che cattura l’energia solare). 
È come se la foglia avesse dentro di sé più strati colorati: giallo, arancione, rosso e verde ma il verde, durante la bella stagione, nasconde gli altri strati colorati. 
In autunno, però, la clorofilla diminuisce e gli altri colori prendono il sopravvento e si manifestano. 
Gli altri colori, come il rosso e il viola, vengono prodotti da alcuni pigmenti chiamati antociani che conferiscono questa particolare colorazione; il viola si evidenzia nelle foglie che hanno una concentrazione piuttosto elevata di antociani. 
A fine autunno, con l’arrivo dell’inverno le foglie muoiono e assumono una colorazione più simile al grigio: questo è dovuto al fatto che i cloroplasti (piccoli organelli presenti nelle cellule vegetali che contengono la clorofilla) si degradano.

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