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Le Saline di Marsala e la Riserva Naturale Orientata dello Stagnone

Appena atterrati, magari un po' stanchi dal viaggio, il primo luogo da vistare è sicuramente l’antica via dell’oro bianco: una passeggiata alla scoperta delle Saline di Marsala Ettore e Infersa e della Riserva Naturale Orientata dello Stagnone. 
Visitare le saline più antiche d’Europa è sicuramente un’esperienza unica, magari da fare al pomeriggio, aspettando il tramonto che, qui, offre scenari davvero unici. 
Non so se sia il bianco del sale che gioca con i riflessi del sole, ma qui il tramonto crea un’atmosfera unica: il cielo, tutt’intorno alle saline sembra dorato. 
Si tratta di una semplice e bellissima passeggiata lungo gli argini della laguna e tra i canali che separano le numerose vasche delle antiche saline Ettore e Infersa, che fanno parte dello splendido scenario naturalistico della Riserva Naturale dello Stagnone, alla quale si può affiancare una bella escursione in barca per poter visitare tutta la laguna. 
Proprio dalla bella escursione in barca comincerei il viaggio alla scoperta della grande laguna. 
Ogni ora partono delle piccole imbarcazioni che, attraversando la laguna, raggiungono l’isola Grande che è un paradiso tutto da scoprire: prendetevi del tempo per fare una bella passeggiata su questa isola in un sentiero naturalistico straordinario tra pinete, saline e mulini. 
La Riserva Naturale Orientata dello Stagnone, così chiamata perché assomiglia ad un grande stagno, è una riserva nata nel 1984 allo scopo di tutelare la splendida laguna che si estende dalla costa nord di Marsala  fino alla città di Trapani. 
Comprende quattro isole: Mozia, Isola Lunga o Grande, Schola e Santa Maria.

Che cos’è la laguna? 

La laguna, parola che deriva dal latino “lacuna” e che indica uno spazio vuoto, è un luogo costiero umido che comunica con il mare attraverso dei varchi naturali; è una zona costituita da acqua salmastra che è separata dal mare da una sottile striscia di terra. 
Lo sfruttamento di questa zona costiera risale al tempo dei fenici che, comprese le condizioni davvero favorevoli, vi costruirono le prime vasche per ricavarne il sale. 
Inizia così lo sfruttamento di questi luoghi particolarmente adatti all’estrazione del sale, un elemento molto importante per la vita dell’uomo.

Ma perché proprio il sale?   

Il sale in passato era considerato fondamentale per il suo potere di conservare gli alimenti e i prodotti deperibili: proprio per questo motivo, in tutta Europa era considerato prezioso come l’oro: da qui il soprannome “oro bianco”. 
Alcune condizioni   come l’acqua bassa, la temperatura alta e il vento, favoriscono l’evaporazione, e contribuiscono a creare lo scenario suggestivo delle saline. 
La salina è un ambiente artificiale, costruito dall’uomo per ricavare il sale marino. 
Pur essendo un habitat creato dall’uomo, è un sistema di produzione del tutto rispettoso della natura perché sfrutta due motori della natura: vento e sole. 

Come nascono le saline?   

Nell’acqua di mare ci sono molti sali disciolti che derivano dai minerali presenti nelle rocce che i fiumi erodono e portano al mare. 
Nel corso di milioni di anni, il sale si è accumulato e si è concentrato fino a far diventare l’acqua del mare “salata”. 
Quando l’acqua del mare evapora, il sale che vi è disciolto (che non può evaporare) rimane sul fondo; la poca acqua rimasta, quindi, risulta più salata del solito. 
Essendo molto concentrato, il sale comincia a cristallizzare e precipita sul fondo. 
Sin da tempi molto antichi l’uomo usa questo fenomeno naturale per produrre il sale. La produzione del sale, quindi, sfrutta il fenomeno naturale dell’evaporazione. 

Un luogo prezioso per molti uccelli migratori e non solo

La Riserva Naturale dello Stagnone, all’interno della quale si trovano le saline Ettore e Infersa, è un habitat naturale ideale per molti animali. 
Le sue calde acque e la scarsa profondità dei fondali della laguna rendono questo luogo ideale per la deposizione delle uova di molti pesci. 
Questa laguna è anche un ecosistema ideale per molti uccelli. In alcuni periodi dell’anno la Riserva, infatti, ospita numerose specie di uccelli migratori (cavalieri d’italia, anatre selvatiche, aironi e fenicotteri) che qui nidificano durante la migrazione. 
La passeggiata si conclude con la visita al mulino dove, in passato, veniva lavorato e macinato il sale. 
Questo mulino era uno strumento fondamentale per macinare il sale. Il mulino è costituito da un corpo a tronco di cono e da sei pale a forma trapezoidale con una struttura in legno e vele in tessuto che permettono di far girare le pale con il soffiare del vento.  

Aironi

Uno degli uccelli acquatici più belli ed eleganti che popolano le zone umide d’Italia. 
All’inizio della primavera, il maschio va in cerca di un luogo ideale per costruire il nido: molte volte lo costruisce sugli alberi. 
Quando finisce di costruire il nido, si cimenta in una serie di parate nuziali allo scopo di conquistare la femmina. 
Questi uccelli usano dei metodi per la caccia davvero sofisticati. 
Il primo consiste nel restare completamente fermi lungo i bordi dell’acqua, magari nascosti dalla vegetazione, in attesa che le prede passino e vengano infilzati con il loro lungo becco. 
L’altro sistema, più impegnativo, li porta a perlustrare costantemente il fondale alla ricerca della preda giusta.
In entrambi i casi, le prede, una volta afferrate con il becco, vengono lanciate in aria e poi vengono ingerite a partire dalla testa. 
Questo per evitare di ingoiare i pesci contro squama che potrebbe soffocarli. 

Fenicottero

Sono grandi uccelli che vivono in grandi stormi nelle zone umide: prediligono acque salmastre perché qui trovano   grandi quantità di cibo. 
Sono dotati di un becco con una forma molto curiosa che permette loro di separare il fango dal cibo quando lo pescano dal fondale. 
All’interno delle mandibole hanno delle strutture pelose, chiamate lamelle, e una lingua molto ruvida che permettono di trattenere il plancton di cui si nutrono. 
La lingua funziona come una vera e propria pompa che risucchia l’acqua all’interno della bocca e poi la espelle ad un ritmo di 3-4 getti al secondo. 
Le lamelle funzionano   come una palizzata di peli che trattengono i microrganismi di cui si nutre il fenicottero: microalghe e zooplancton. 
I fenicotteri sono noti anche per la postura che assumono quando si trovano in acqua. 
Stanno spesso in equilibrio su una sola zampa e ripiegano l’altra mettendola a contatto con il corpo. 
Essendo sempre in mezzo all’acqua, le zampe disperdono molto calore e questo sistema di posizionare una zampa alla volta, permette di trattenere più calore.

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