3272648490

L'oasi che non ti aspetti: la laguna di Orbetello

Ricordo ancora il momento in cui ho deciso di andare a vedere con i miei occhi questo posto. 
Come al solito sono partita senza alcuna aspettativa, in più ero in vacanza: non volevo programmare nulla. 
Arrivata ad Orbetello, di cui non conoscevo nulla, ho trovato subito un negozio di noleggio bici; dietro suggerimento del proprietario ho noleggiato una bicicletta da passeggio e ho cominciato a pedalare senza una meta ben precisa. 
Seguendo le indicazioni del negoziante ho subito trovato la pista ciclabile che dal centro di Orbetello porta fino al cuore, nel vero senso della parola, dell’Oasi del WWF di Orbetello. 
Uno spettacolo della   natura   in tutti i sensi: colori, natura incontaminata e tanti animali. 
La cosa che più mi ha stupito di questa passeggiata in bicicletta è che, già dal centro di Orbetello, si possono vedere animali che di solito si incontrano solo negli angoli più nascosti delle oasi protette. 
Ebbene sì: mentre percorrevo i primi metri della pista ciclabile, ancora nel centro della cittadina, vedevo alla mia sinistra le case e le macchine e alla mia destra un’immensa distesa d’acqua e tantissime garzette dal ciuffo che se ne stavano tranquille, totalmente disinteressate alla presenza umana e   concentrate solo a cercare cibo. 
Decido di proseguire questa rilassante passeggiata in bicicletta. 
Dopo un chilometro circa, incontro la prima deviazione lungo il percorso; seguo questa indicazione e dopo nemmeno cento metri mi ritrovo in un altro mondo: l’oasi della laguna di Orbetello.

L'oasi naturalistica di Orbetello

 La laguna di Orbetello, all’estremo sud della Maremma, è stata istituita nel 1971 allo scopo di difendere l'ecosistema palustre fondamentale per la sopravvivenza di molte specie di uccelli migratori. 
La zona lagunare di Orbetello è delimitata da due strisce di sabbia chiamate “tomboli”: il Tombolo della Feniglia ed il Tombolo della Giannella.
La Feniglia è una striscia di sabbia di 6 km, compresa tra la collina di Ansedonia ed il Monte Argentario. 
La Giannella, invece, va dal Monte Argentario fino alla foce del fiume Albegna. 
La laguna costiera salmastra, vera e propria, è costituita da tante piccole isole di sabbia e viene costantemente alimentata dall'acqua dolce proveniente dai canali circostanti. 

Il sentiero della palude

Proseguendo lungo la pista ciclabile, direzione Argentario, mi ritrovo in un luogo davvero fuori dal tempo: una zona umida bellissima e perfettamente conservata. 
Le “zone umide” sono ecosistemi naturali in cui l'acqua si mescola al terreno. 
Sono costituite da acqua stagnante sia dolce che salmastra e vengono chiamate anche paludi. 
Le zone umide o paludi sono ecosistemi di grande importanza   perché   aiutano a raccogliere l’acqua dei fiumi e a frenare la loro piena.  
Le lagune costiere salmastre sono habitat molto importanti perché ospitano molti animali e piante: creano ambienti adatti alla riproduzione e offrono riparo e cibo ai molti animali che vivono nell’acqua o nelle aree circostanti. 
Tutto questo rende le paludi delle zone ad alto tasso di biodiversità e per questo meritevoli di grande attenzione e tutela. 
L’oasi del WWF di Orbetello è visitabile seguendo un sentiero ciclopedonale molto semplice ma davvero affascinante. 
È un vero paradiso per gli appassionati di birdwatching e non solo. 
È una palude di grande suggestione paesaggistica con bellissime praterie allagate, perfette per i tanti uccelli migratori: garzette, aironi e fenicotteri.

L'ultimo dei mulini

Simbolo della laguna di Orbetello, che sembra galleggiare nelle acque, è il bellissimo mulino. 
L’ultimo rimasto dei nove che i senesi costruirono nel quattrocento, posti in linea nella laguna. 
Funzionavano grazie alla forza dell'acqua (che entrava ed usciva dalla laguna ogni sei ore) che faceva girare le macine. 
Questi mulini venivano usati per produrre la farina con il grano che veniva portato con i barchini dagli abitanti della zona.

Uccelli migratori

Gli uccelli migratori sono in grado di fare anche tremila chilometri al giorno; dall’Africa meridionale al nord Europa, passando per l’Italia. 
Prima di partire per questo lunghissimo viaggio, però, gli uccelli trascorrono molti giorni a nutrirsi; così facendo riescono a raddoppiare il loro peso corporeo. 
Lo fanno perché sanno che, durante il viaggio, non potranno fermarsi per fare soste. 
È uno degli spettacoli più belli della natura: il grande viaggio degli uccelli migratori

Perché gli uccelli migrano

 Gli uccelli migrano soprattutto per nidificare, per allevare i propri piccoli e per il cibo. 
La scelta di migrare, regolarmente nel corso di diversi periodi dell’anno, è legata a doppio filo alla necessità di sopravvivere. 
Se molte specie di uccelli, infatti, non decidessero di migrare aumenterebbe la competizione tra specie diverse all’interno dello stesso ecosistema. 

Un GPS incorporato: le straordinarie capacità di orientamento degli uccelli

La domanda che tutti gli scienziati, negli anni, si sono posti osservando l’incredibile fenomeno della migrazione è: come fanno gli uccelli ad orientarsi? 
Sono in grado di seguire delle rotte sicure che attraversano interi continenti e addirittura oceani. 
L’unica cosa che, finora, gli scienziati hanno scoperto è che esistono diverse tecniche di orientamento.
L’orientamento geografico: questa tecnica sfrutta la capacità degli uccelli di memorizzare la forma dei  profili  dei paesaggi che incontrano durante i loro viaggi. 
Il problema di questa tecnica subentra quando l’uomo modifica l’ambiente disorientando questi animali. 
L’orientamento magnetico: gli uccelli possiedono una sorta di gps integrato nel loro cervello: è costituito di sensori chimici che permettono loro di allinearsi con il campo magnetico terrestre. L’orientamento astronomico: usare le stelle per orientarsi è uno dei sistemi più efficaci. Lo hanno capito anche gli uomini. 
La stella più adatta per orientarsi è il sole.

error: Content is protected !!
×