Un incredibile
trekking tra il blu del mare e il verde brillante della
macchia mediterranea.
Quando si pensa a
quale itinerario naturalistico scegliere nel corso di un viaggio in Sicilia, il
meraviglioso sentiero della Riserva Naturale dello Zingaro dovrebbe essere
inserito nella top ten.
Sentiero vista mare
Lo Zingaro è la
prima area naturale istituita in Sicilia, nel 1981.
È una fascia
costiera che parte dalla zona di Scopello e termina nel territorio di San Vito
Lo Capo, in località Macari.
Sette chilometri
di costa rocciosa, di origine calcarea, intervallata da numerose e bellissime
calette.
Vista dal mare si mostra in tutto il suo splendore, con le sue bellissime falesie
che scendono a picco sul mare.
La storia di
questa riserva inizia nel maggio del 1980 quando un gruppo di circa tremila
persone fra ambientalisti, semplici cittadini e uomini di cultura si
schierarono, nel corso di una marcia pacifica, per opporsi alla costruzione di
una strada che doveva collegare, direttamente, il comune di Castellammare e
quello di San Vito Lo Capo.
La galleria
scavata nella roccia, creata per dare inizio alla costruzione della strada, che
si trova all’inizio del sentiero della riserva è diventata simbolo di questa
pacifica protesta che ha permesso di poter godere, oggi, di questo luogo di
straordinaria bellezza e di grande pregio naturalistico.
Il percorso più
conosciuto e, forse, più semplice è quello che ha inizio dall’ingresso sud
della riserva, dal lato di Scopello.
Il sentiero
costiero, lungo circa sette chilometri, è quello più conosciuto e affascinante:
una via che si percorre tra il blu intenso del mare e la bellissima macchia
mediterranea, caratterizzata da piante di rosmarino e ulivi, relitti di bosco
di leccio e di antiche sugherete.
La grande varietà
di habitat presenti all’interno della riserva offre le condizioni ideali per
ospitare un gran numero di animali: dai rapaci, sia diurni che notturni, ai
piccoli mammiferi come la lepre, l’istrice o la donnola.
Non mancano
neppure i rettili tra cui la nota
vipera:
animale che, spesso, incute timore ma che, in realtà, ha una grande paura
dell’uomo ed è per questo che rimane sempre nascosta tra la vegetazione.
Questo bellissimo
trekking, ovviamente, non può non essere interrotto da bagni rinfrescanti nelle
limpide acque del mare su cui si affaccia la bella falesia della riserva.
Lungo il percorso,
infatti, si incontrano sette piccole calette, davvero affascinanti: una tra
queste, Cala Berretta, davvero deliziosa; è una piccola spiaggia fatta di
ghiaia che si trova a metà del percorso ed è ideale perché riparata dai venti.
Queste spiagge si
raggiungono attraverso brevi sentieri che si incontrano lungo il cammino: è
davvero un piacere, ogni volta, seguire una nuova strada per andare a scoprire
piccoli scrigni dove potersi rigenerare con un bagno.
In fondo al
sentiero, la sorpresa, un luogo inaspettato e affascinante: la grotta
dell’Uzzo.
È una grotta
incredibilmente grande (profonda 45 metri e larga 50 metri) che appare
improvvisamente in tutta la sua immensità.
La sua presenza,
fin dalla preistoria, fu considerata dall’uomo e non solo come un luogo di
protezione.
Lo dimostrano i
numerosi resti che sono stati trovati al suo interno: animali ormai estinti,
incisioni rupestri sono alcuni dei segni che mostrano la costante presenza
dell’uomo che ha scelto questo luogo fin dall’antichità: prima come cacciatori
e agricoltori, poi come pescatori.
La Riserva dello
Zingaro è il luogo ideale per appassionati di trekking e di natura, ma non c’è
dubbio che gran parte del suo fascino derivi dal suo mare.
Un vero paradiso
per chi ama godersi la tranquillità e desidera tuffarsi in acque cristalline
ricche di vita.
Basta immergersi
nei primi metri per accorgersi di quanti pesci colorati,
anemoni e madrepore popolano e colorano i fondali di questo mare.
È un tipo di
ambiente che si forma a seguito dello sfruttamento, da parte dell’uomo, dei
luoghi che un tempo erano occupate dalle foreste di leccio.
L’attività
agricola e di pastorizia hanno portato ad un progressivo cambiamento
dell’ambiente naturale: le foreste di leccio, vegetazione naturale tipica
dell’area mediterranea, hanno lasciato il posto alla macchia mediterranea.
La macchia si
chiama così perché la copertura vegetale non è uniforme: si presenta come una
macchia costituita da una fitta boscaglia in alcuni tratti e roccia nuda in
altri.
Il clima
mediterraneo, caratterizzato da estati calde e secche e da inverni miti e
piovosi, ha influenzato la vegetazione: piante con foglie piccole e dure che
ben si adattano alla siccità estiva.
Serpente velenoso
diffuso in tutta Europa, si distingue per il colore della pelle che è scura
sulla quale si riconosce una fascia a zig zag che la percorre lungo tutto il
corpo.
Gli occhi hanno pupille verticali, tipiche di un animale notturno. Ovviamente, la
cosa che più di tutto spaventa di questo animale è la sua bocca, o meglio i
suoi denti.
La mascella superiore possiede due denti velinigeri, che
contengono, cioè, veleno; dietro a questi denti ce ne sono altri due che
servono per sostituire quelli davanti in caso di rottura.
Quando la bocca della vipera è chiusa, rimangono ripiegati all’indietro e
nascosti all’interno di una piega, una sorta di tasca, del palato.
Quando la bocca
viene spalancata, i denti si alzano automaticamente e il veleno fluisce
all’interno dei denti.
Il veleno della
Vipera, purtroppo, è pericoloso anche per l’uomo.
In caso di morso,
la prima cosa da fare è allargare la ferita per far uscire il sangue insieme al
veleno.
Gli anemoni sono
animali che vivono lungo le coste del Mediterraneo, e non solo, e si attaccano
tenacemente agli scogli tramite la parte inferiore che funziona come una
ventosa.
Hanno un corpo carnoso e di forma cilindrica.
La parte superiore è occupata, nella
parte centrale, dalla bocca e tutt’intorno da una corona di tentacoli velenosi.
Sono animali molto
voraci: catturano le loro prede con i lunghi tentacoli e successivamente le
portano alla bocca.
Si nutrono
principalmente di piccoli pesciolini e gamberetti che paralizzano con i loro
tentacoli urticanti e poi, lentamente, iniziano a mangiarli.
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