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Natura a trecentosessanta gradi: in cammino nel Parco regionale della Maremma

 La natura selvaggia, gli scorci panoramici davvero unici sono gli ingredienti ideali che fanno del Parco regionale della Maremma il luogo ideale per trascorrere un giorno, un week end o un’intera settimana in totale relax. 
Magnifiche pinete, grotte misteriose, zone umide e bellissime spiagge, sono solo alcuni degli ecosistemi che si possono incontrare lungo i tanti sentieri tracciati nel cuore del Parco della Maremma. 
La cosa che rende davvero pregiata quest’area protetta è la grande varietà di ecosistemi che coesistono in un perfetto equilibrio, garantito dal prezioso lavoro di conservazione e protezione del parco.

Trekking vista mare … e non solo

Sono davvero tanti gli itinerari proposti dal parco tra cui scegliere per vivere la propria giornata tra mare e natura. 
Il sentiero che ho percorso durante la mia breve vacanza è davvero molto bello; 14 km di natura a trecentosessanta gradi: mai vista tanta varietà di ambienti in un solo percorso. 
Ho cominciato la mia passeggiata con un facile sentiero nel cuore di una bellissima pineta costituita da imponenti pini domestici: ecosistema tipico del paesaggio costiero maremmano; queste pinete, in realtà, sono il risultato di un lavoro di forestazione portata avanti dall’uomo nel corso dei secoli. 
Questa bellissima pineta è soprannominata la Pineta Granducale perché nel settecento i granduchi di Lorena, dopo la bonifica dell’area palustre che in questo punto un tempo predominava, fecero impiantare tantissimi pini domestici. 
La mia passeggiata continua lungo un sentiero che si addentra in una zona umida: questa zona del parco è ciò che rimane delle paludi che, prima del settecento, si estendevano dalla foce del fiume Ombrone ai Monti dell’Uccellina. 
Seguendo l’itinerario indicato sulla mappa che mi hanno consegnato all’ingresso del parco mi accorgo di essere arrivata in uno dei punti più belli dell’intero sentiero.

Il sentiero in questo punto sembra aprirsi. 
Guardando bene, scorgo sulla destra qualcosa di particolare: sabbia bianca e finissima; è il segno inequivocabile della vicinanza al mare. 
Decido di seguire il mio istinto ed infatti, pochi metri più avanti vedo la vegetazione retrodunale e poi quella dunale che annunciano il mare. 
Ovviamente non mi sono fatta trovare impreparata, ero partita con il giusto equipaggiamento: costume da bagno e asciugamano. 
La pausa relax nella meravigliosa spiaggia di Collelungo (nel cuore del parco) è una tappa obbligata. 
Il paesaggio è davvero incredibile; la giornata è bella, calda e c’è un sole bellissimo. 
Ѐ metà settembre, la temperatura è ideale sia fuori che dentro l’acqua. Decido di togliere gli scarponi da trekking e mettere prima i piedi nella sabbia e poi di fare una passeggiata con i piedi in acqua: anche questo è trekking. 
Il mare è calmo, l’acqua calda (anche per i miei standard) e questo mi invoglia anche a fare un bagno: perché no, il tempo lo permette. Mi aspetta un cammino ancora lungo, quindi il bagno rilassante può solo aiutare a ricaricarmi. 
Dopo un’oretta decido che è ora di rimettermi in cammino: non sono ancora a metà percorso. 
Rigenerata e soddisfatta della location scelta per il meritato riposo, lascio la bellissima spiaggia e mi immetto nel sentiero. 
A questo punto posso decidere se proseguire lungo il tracciato o fare una piccola deviazione. 
Ovviamente scelgo di fare la deviazione, certa che la meta finale è degna dello sforzo fisico che sto per affrontare. 
In realtà è una salita non tanto difficile ma il caldo inizia a farsi sentire; proseguo fino alla cima e qui, la sorpresa: una distesa di verde a perdita d’occhio. 
Mai visto uno spettacolo del genere. Raggiunta la cima dove si trova la Torre di Collelungo, mi ritrovo qualcosa di davvero inaspettato: una pineta sconfinata, una macchia verde che sembra non finire mai; l’unica interruzione è la distesa blu del mare. Davvero una bella sensazione. 
Proseguendo si arriva al sentiero principale e, dopo aver attraversato uno splendido oliveto, (segno inequivocabile del passaggio dell’uomo fin dai tempi più antichi), si entra in un bellissimo ambiente forestale che non mi abbandonerà fino alla fine del percorso. 
Da qui il sentiero comincia a salire ma la vista viene coperta da un manto di alberi e arbusti. 
Il paesaggio è di nuovo cambiato: una splendida lecceta con un fitto sottobosco che, di tanto in tanto, lascia spazio ad una bellissima macchia mediterranea. 
Il sentiero è un anello, quindi, dopo 14 chilometri di cammino mi ritrovo al punto iniziale. 
Il percorso naturalistico è terminato ma le sorprese in perfetto stile maremmano ancora no.

I parchi e le riserve naturali sono la soluzione che l’uomo ha trovato per proteggere la natura e gli animali che ci abitano e per impedire che questi ecosistemi andassero distrutti a causa dall’incessante impatto delle attività umane. 
Fin dall’antichità l’uomo ha riconosciuto intorno a sé luoghi meritevoli di essere protetti per motivi diversi: a volte perché luoghi sacri (quindi motivi religiosi), altre volte perché territori utili per la caccia: i nobili e i regnanti, infatti, avevano le loro riserve di caccia private. 
Solo alla fine del 1800 nascono le prime riserve naturali così come vengono concepite oggi: per tutelare l’ambiente e i suoi abitanti. 
Il primo parco nasce nel 1872 negli Stati Uniti con il Parco Nazionale di Yellowstone.

    

L’uomo da sempre ha agito pensando che le risorse naturali fossero inesauribili ed ha provocato la scomparsa di molte specie   animali e vegetali ed un forte impatto sull’ambiente. 
Tutto questo ha causato una riduzione della biodiversità. 
Da qui la necessità di creare aree protette. 
Le aree protette, oggi, sono considerate delle aree nelle quali bisogna conservare e proteggere il patrimonio naturale che comprende sia flora che fauna ed include anche le associazioni vegetazionali e le particolarità geologiche dell’area interessata. Esistono diverse tipologie di aree protette che includono differenti forme e livelli di protezione.

I Parchi Nazionali 
  
Sono tutte quelle aree terrestri (che comprendono anche fiumi e laghi) o marine che ospitano al loro interno uno o più ecosistemi intatti di importanza nazionale o internazionale, tali per cui si rende necessaria la tutela da parte dello Stato.  

I Parchi Regionali   

I parchi regionali sono aree terrestri (a volte comprendenti anche tratti di mare) che possiedono elementi di pregio naturalistico tali per cui si ritiene necessario un progetto di tutela. 
All’interno di queste aree le attività antropiche come l’agricoltura e l’allevamento sono ancora presenti ma ben integrate con l’ambiente naturale. 
In questo caso il Parco deve preservare anche queste attività garantendo un buon livello di coesistenza con gli aspetti naturali di maggiore pregio. 

Le Riserve Naturali (Statali e Regionali) 
  
Le riserve naturali sono aree sia terrestri che marine che hanno al loro interno alcune specie di flora o fauna oppure ecosistemi importanti sul piano della biodiversità tali per cui meritano azioni di protezione e conservazione.      

Le Oasi   

Insieme alle istituzioni statali e regionali, negli anni, alcune associazioni ambientaliste hanno creato un sistema di aree protette chiamate Oasi. 
Questi luoghi vengono scelti sulla base della presenza di ecosistemi particolarmente pregiati, rari e minacciati, abitati da specie in pericolo di estinzione.

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