Da una piccola sorgente
sul monte Eremo di Carpegna, in terra marchigiana, nasce il fiume Conca che,
dopo circa quarantacinque chilometri sfocia nel mare Adriatico tra i comuni
romagnoli di Cattolica e Misano Adriatico.
Le terre attraversate dal
fiume Conca fanno parte di una terra di mezzo chiamata Valconca.
È una terra a
metà tra la regione del Montefeltro e la Valmarecchia.
Il fiume Conca, che dà il
nome a questa vallata, oggi ha una portata molto ridotta.
In passato, invece, le
acque di questo fiume erano il motore principale dei tanti mulini che sorgevano
lungo le sponde del fiume.
Nel 1662 si contavano ben
sessantasei mulini che erano fondamentali per l’attività agricola, motore
economico di tutta la Valconca.
Secondo alcune
testimonianze storiche, il fiume Conca era considerato molto importante anche
per gli antichi romani.
I romani, infatti, usavano
il fiume come via di comunicazione ideale per il trasporto di legname che
veniva tagliato sulla cima del monte Eremo di Carpegna e trasportato fino al
cantiere navale costruito vicino a Cattolica.
Effettivamente un
benvenuto così non è molto stimolante, ma non c’è modo migliore per incuriosire
qualcuno che decide di mettersi in cammino per raggiungere il cuore della
Valconca.
È bene cominciare col
dire che Infernum è l’antico nome di uno dei luoghi naturali più belli di tutta
la Romagna.
Il castrum Inferni era un
borgo posto sulla cima di una grossa piattaforma rocciosa fatta di gesso.
L’antico nome indicava un luogo oscuro a causa della presenza di numerose
grotte sotterranee.
Il motivo di questo nome
è riconducibile al fatto che, in inverno, l’aria della grotta che si mantiene
costante tutto l’anno intorno ai dieci gradi, quando viene a contatto con
l’aria esterna, molto più fredda, condensando crea l’illusione ottica che del
fumo fuoriesca dal sottosuolo.
All’inizio del novecento,
però, il vescovo di Rimini considerò il nome del borgo inappropriato e decise
di cambiarlo.
Da quel momento il borgo prese il nome di Onferno.
Tanti sono i motivi che meritano
una giornata ad Onferno: i suoi bellissimi sentieri tra le verdi colline della
Valconca, le sue famose grotte e i
suoi simpatici abitanti, i
pipistrelli.
La giornata che si
sceglie di trascorrere ad Onferno deve cominciare lungo bellissimi sentieri che
contraddistinguono questo angolo di Romagna tra bei panorami di campagna, campi
coltivati (ulivi e vigneti) e borghi medioevali.
Il cammino, ovviamente,
deve terminare con la visita alle grotte di Onferno, un luogo non solo molto
bello ma decisamente importante dal punto di vista naturalistico.
All’interno delle grotte,
infatti, vive una delle comunità più grandi di pipistrelli dell’intero
continente europeo.
Al fine di tutelare
questo luogo tanto prezioso la regione Emilia Romagna, nel 1991, istituì una
riserva naturale orientata.
Le grotte gessose di
Onferno si sono formate a causa dell’evaporazione dell’acqua di mare che si
trovava al posto delle colline che oggi contraddistinguono questo angolo di
Romagna.
Cinque milioni di anni
fa, infatti, questa zona era circondata da mare caldo e paludi costiere.
L’acqua era molto salata e quando l’acqua cominciò ad evaporare, cominciarono a
depositarsi grandi quantità di cristalli di solfato di calcio: il gesso.
Le grotte sotterranee,
invece, si sono formate a causa dell’acqua piovana che riuscendo a trovare un
varco tra la roccia solubile del gesso, ha scavato un tunnel di centinaia di
metri fino a formare una grotta vera e propria.
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